Paesaggi solidali.
Nel rapporto complesso di città e profili di comunità che cambiano e che saranno costretti a rivedere ben presto le proprie priorità, necessità e bisogni nel futuro, abbiamo voluto sostenere , come Associazione Aeres Venezia per l’altraeconomia questo workshop di progettazione partecipata con una serie di iniziative per la valorizzazione e riqualificazione dello spazio Centrale dell’Altra Economia Plip, spazio pubblico ad alto valore sociale già da tempo inserito dentro al cambiamento e alla nuova visione di futuro solidale delle nostre città.
Sentiamo il bisogno di una grammatica di territorio che ricostruisca la condizione di appartenenza ad un luogo, che sappia coniugare le diverse identità ed unire le città di pietra con i suoi musei e le aree industriali con le la città delle persone ( i cittadini e cittadine solidali ) assumendo la responsabilità del principio di sussidiarietà orizzontale, sancito dalla Costituzione e realizzato alla centrale dell’Altra economia Plip attraverso il patto siglato con il Comune di Venezia, nella direzione e con l’obiettivo di disintossicare con le parole, i fatti e le pratiche solidali le economie della crescita insostenibile , della massimizzazione del profitto e della disuguaglianza.
La qualità semantica dei progetti presentati alla Plip in questi anni non sono un software buonista da inserire nell’ hardware della città in crisi, ma espressione e proposta che aggredisce da tempo e con coraggio, le estetiche capitalistiche presenti nel nostro territorio, inaridito da presenze e luoghi iper- commerciali che trasformano il residente in consumatore urbano e i centri storici in zone periferizzate a forte usura sociale. Sentiamo quindi necessario liberare il campo anche da tutti quei messaggi che rendono solo virtuale la nostra esistenza, le nostre esperienze e la nostra vita. La Centrale Plip dell’Altra economia ci fornisce la possibilità di assumere idealmente una doppia cittadinanza: quella culturale e identitaria dei luoghi e degli spazi che ci ospitano ed una altra unita nel legame solidale, nella tutela del bene comune, e nella visione di città equa del futuro.
Rompere la seduzione di un racconto solo individuale, nell’analisi della realtà, assumendo un modello basato sulla progettazione partecipata, non significa domiciliare alla Plip una certa idea di solidarietà che eroga servizi da privato - sociale nelle diverse forme del welfare, né tanto meno assume come indicatore di successo statistiche e fatturati che rispondono all’idea di un “ mercato alternativo ” ancorché sociale : significa - prima di tutto- comporre, prendersi cura, dare ascolto al senso profondo di cambiamento che viene dal “basso”, significa aprirsi al tentativo di re- incanto del territorio attraverso l’immaginario nuovo carico di speranza voluto dalle reti, dai cittadini, dalle cooperative sociali, le aziende agricole, le associazioni locali.
La Centrale Plip dell’Altra economia si avvicina più all’idea di paesaggio che a quello di contenitore: fertili fragilità, progetti e promesse collettive che orientano e mettono a dimora e in dote le proprie idee e i propri valori sociali, relazioni che assumono già nel loro agire, la funzione sociale di comprendere e di capire, di conoscere e di essere riconosciuti, di essere capaci ancora di una ribellione e di una resistenza, di un consumo difettoso.
Sentiamo - come realtà impegnate nell’economia solidale- che la crisi di un territorio e di un mondo che si reinventa ci impegnerà tutti ad una lotta per strappare alla realtà qualche cosa per sopravvivere, sono in arrivo momenti in cui la memoria è tutto quello che si ha. La nostra memoria si affaccia al domani perché conosce l’architettura della relazione con il diverso, il folle, il povero, l’emarginato, l’escluso.
Scegliere allora quanto ancora fondere ancora di noi stessi dentro la rinnovata visione di utilizzo della Centrale dell’Altra economia Plip, fare i conti con le ambiguità e le espressioni anche controverse delle funzioni assegnate all’altra economia e al terzo settore nell’utilizzo di questi spazi, riempire di tempo e significati quello che prima era vuoto e consegnarci in ostaggio ad una visione del destino comune: questo sarebbe il compito, l’obiettivo che ci proponiamo.
Ringraziamo infine le Università e il responsabile scientifico Ruben Baiocco, gli studenti, i cittadini e i soci coinvolti, convinti che questa indagine e studio non ci porterà a scoprire certo la città felice ma potrà aiutarci ad inventare ogni giorno una speranza, una buona pratica e la misura concreta per una nuova idea di cittadinanza responsabile e solidale.
Per Aeres Venezia per l’Altra Economia
Massimo Renno